IWMRB (I Want My Records Back)
Ogni disco un racconto illustratoDeath Cab for Cutie
Plans
(Barsuk/Atlantic, 2005)
Cenere
di Marco Frattaruolo
illustrazioni di Simone Manfrini
Stavi seduta sul davanzale e mi spingevi addosso il fumo della tua marlboro light. Frammenti di cenere cadevano lungo i tuoi jeans neri. Io parlavo, guardando altrove. Senza trovare argomenti, senza trovare, all’orizzonte, isole dove far naufragare il nostro amore. Tu inspiravi, e ad ogni espiro il vuoto ti avvolgeva. Eri di una bellezza disarmante, con quella luce che ti illuminava metà viso. Che trapassava il fumo e ti incendiava le lentiggini.
E io continuavo a cercarti in quella stanza semi-vuota, ma eri da un’altra parte, in un’altra galassia. Persa, nella scena di un film di Godard. E le mie parole erano nient’altro che cenere.
I Death Cab for Cutie nascono nel 1997 a Bellingham, Washington. Quello che doveva essere il progetto solista del cantautore Ben Gibbard di li a poco si trasforma in una vera e propria band. Alle sgangherate prime produzioni alt-rock seguono lavori che fanno delle malinconiche ballate l’epicentro sonoro dei DCFC che li renderà di fatto i portabandiere di quell’indie-emo dai contorni soft e radio-friendly. Curiosità: Gibbard per il nome del gruppo prese spunto da una canzone scritta da Neil Innes e Vivian Stanshall e interpretata dalla loro band The Bonzo Dog Doo Dah Band nel film dei Beatles Magical Mystery Tour, uscito nel 1967.