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Libro – Sono disperato, Pippo! – Liborio Conca

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Descrizione

Liborio Conca
Sono disperato, Pippo!
Controstoria a frammenti del festival di Sanremo

I edizione: febbraio 2021
This Is Not A Love Song
Art Director: Andrea Provinciali
Cover Artwork by Valentina Formisano

Info tecniche:
Libro spillato
44 pp
bianco e nero

Libro collegato alla vhs This Is Not SANREMO

 

Incipit

Iniziano gli anni Ottanta

E non nel 1980, ma nel 1981, a gennaio, quando Ronald Reagan, eletto presidente degli Stati Uniti, si insedia alla Casa Bianca.
Che la festa cominci. Un paio di settimane dopo l’incoronazione di Reagan le luci si accendono in un teatro a settemila chilometri di distanza da Washington, nella città di Sanremo.

È la trentunesima edizione del Festival della canzone italiana e per la prima volta viene trasmessa in diretta televisiva integrale, dall’Ariston. Volete sapere qual è la sigla di quel Festival? Più avanti. Intanto: Che fretta c’era, maledetta primavera, strilla Loretta Goggi dal palco. In una lunga tradizione di secondi posti vincitori morali de facto, Maledetta primavera si assesta bella alta.

Non fosse che la prima piazza del Festival 1981 è occupata da un capolavoro, vale a dire Per Elisa, scritta da Franco Battiato e Giusto Pio e interpretata divinamente da Alice. Bellissima e dalla voce androgina, Alice canta una canzone che così a naso parlerebbe di dipendenza da eroina (il cui consumo in Italia è alle stelle in particolare tra gli ultimi ’70 e i primi ’80).

Se pensiamo che una trentina di anni prima Gino Latilla e Giorgio Consolini avevano vinto con Viva le mamme, è uno stacco niente male.
Adesso butto lì un altro fattore che porta acqua al mulino della teoria per cui gli Ottanta siano iniziati effettivamente nel 1981: ad agosto MTV dà il via alle sue trasmissioni con Video Killed the Radio Star.

Dopodiché torniamo a Sanremo, dove avevamo lasciato Loretta Goggi e Alice a contendersi la vittoria. Come se non bastasse, al quinto posto – al quinto posto? – troviamo Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri. Fossi un dirigente della SIAE avrei stampato la classifica con le canzoni in gara quell’anno per appenderla in camera da letto; e ancora non ho rivelato quale accidenti era la sigla del Festival.

Prima, lasciatemi dire qual è la mia canzone prediletta di Sanremo 1981: ma certamente Che brutto affare di Jo Chiarello, purtroppo eliminata prima della finalissima. «Io ti consideravo un superman / ma non sei neanche un man, scemo»; la scrisse Franco Califano su una base elettropop che scansateve.

È finalmente il momento di svelare la sigla del Festival 1981? Un secondo: sempre di sigle si tratta, vedrete; tra le finaliste, fuori dalla top ten, ecco Ancora di Edoardo De Crescenzo, colonna sonora delle notti italiane dal 1994, vale a dire da quando Gigi Marzullo la usa in apertura di Sottovoce.

Quanto alla sigla della trentunesima edizione del Festival di Sanremo, invece, la cantava il conduttore del programma, Claudio Cecchetto, con tanto di coreografia ad hoc.

Prima che il sipario si alzasse sul Festival cinque ballerini si disponevano sul palco mimando i gesti sciorinati dal testo, del genere: dormire; salutare; autostop; starnuto; camminare; nuotare; sciare; spray; macho, e così via.
E allora, non è forse vero che gli anni Ottanta sono iniziati nel 1981?

Leggi un estratto del libro:

Fiumi di parole – Intervista ai Jalisse

Libro SONO DISPERATO, PIPPO
di Liborio Conca

 

 

Libro SONO DISPERATO, PIPPO

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