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lov 033 – Gloomy Sunday – Billie Holiday – Nathalie Cohen

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Descrizione

Gloomy Sunday (3’ 11’’)

Billie Holiday – 1941

Era in corso la Seconda Guerra Mondiale quando Billie Holiday incise la sua versione di Gloomy Sunday, il brano scritto degli ungheresi László Jávor e Rezsõ Seress nel 1933. Sembra che le radio inglesi non vollero trasmetterla, cupa com’era, ché già i tempi non erano proprio allegri (“Oscura domenica, le ore sono insonni e innumerevoli le più piccole ombre con cui vivo… piccoli fiori bianchi non ti sveglieranno mai”); ma intorno a Gloomy Sunday si è creata una vera leggenda nera, fatta di morti misteriose. Seress la scrisse dopo un furioso litigio con la sua amante. Il testo e la musica sono malinconici fino al parossismo (il canto di Billie Holiday dipinge ombre che s’allungano parola dopo parola) e di questa disperata tristezza sembra furono vittima diversi ragazzi che si suicidarono dopo aver ascoltato Gloomy Sunday. Leggenda o meno che sia, tragica sorte toccò in ogni caso all’autore della musica, Seress, morto suicida, e alla sua amante dell’epoca, che s’avvelenò. Nell’interpretazione di Billie Holiday, tuttavia, s’intravedono piccoli barlumi di luce in tutta questa oscurità, mistero di una voce tanto potente da riassumere in sé un universo di emozioni.

 

Nathalie Cohen

Classe 1990, passaporto francese. N. cade sulla Terra in una fosca domenica d’estate.
Da sempre appassionata al disegno e alla narrazione per immagini, vaga per un tempo indefinibile tra le periferie di Tokyo, le fondenti selve del suo essere e gli istituti d’Arte milanesi decidendo infine di iscriversi alla Scuola del Fumetto di Milano nella speranza di approfondire un linguaggio per lei fondamentale. Dopo due anni abbandona gli studi e comincia a collaborare con varie testate e produzioni indipendenti e non. Dalla primavera del 2012 è parte integrante della redazione di Lucha Libre Magazine, progetto collettivo, fucina di talenti combattivi e laboratorio instabile di creatività. N. rende grazie alla mente squilibrata del compagno S. che l’ha tenuta per mano durante la realizzazione della cassettina di cui sopra.

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