Descrizione
Pesto (3’ 42’’)
Calcutta – 2018
Tra qualche anno ci guarderemo indietro e tra le certezze pop musicali di questa fine anni Dieci troveremo Calcutta – nome d’arte di Edoardo D’Erme, classe ‘89 di Latina – e le sue canzoni, uscite un po’ come la raffica lenta e rumorosa di un revolver. Pesto ha anticipato l’album Evergreen, seguito alla consacrazione arrivata con Mainstream (disco uscito nel 2015), ed è una ballata speciale, con sapori da cantautorato anni Settanta nella strofa e il tuono da cantare a squarciagola del ritornello. “Uè deficiente / Negli occhi ho una botte che perde / E lo sai perché / Perché mi sono innamorato / Mi ero addormentato di te”; Edoardo trascina le parole mentre alle sue spalle si stendono gli archi e il pianoforte, portando dietro di sé una cifra di fan incagliati alle sue melodie e alle sue parole. Forse il segreto di canzoni come Pesto è nella purezza emotiva che trasuda dalle parole, o forse dalla semplicità quasi adolescente, se non addirittura bambinesca – non infantile; bambinesca – delle frasi che la compongono. Percepiamo una ricerca d’affetto, ma affiora anche qualcosa di consolatorio, qualcosa del genere Non Arrenderti, Non Lasciarti Andare. E poi, sia come sia, tutti abbiamo pianto; nessuno aveva mai associato gli occhi a delle botti in perdita.
Massimiliano Marzucco
Massimiliano nasce, cresce e si mette a disegnare qualcosina, di solito donne e droga. “I’m a teenager” è un modo per mascherare la paura del tempo che passa. Attualmente, questa sopra, è la frase più intelligente che abbia mai scritto.