ART FOR PALESTINE
Reinterpreta artisticamente la bandiera palestinese
Clicca qui per il bando

Cerca
Close this search box.

singAlove #001

singAlove (la posta del cuore)
Canta che ti passa

Scrivici una domanda, raccontaci cosa ti affligge
o quello che sogni e avrai la canzone giusta per te.

Vorresti regalare una cassettina per colpire o mandare un messaggio chiaro a qualcuno? Raccontaci tutto e ti consiglieremo il titolo perfetto!

Scrivi a info@thisisnotalovesong.it


Pissing in a river

Ciao singAlove,
Nella notte tra il 7 e l’8 marzo il Tevere è esondato. Appena prima che il mondo ci si chiudesse addosso. Io, il Tevere, ce l’avevo avuto davanti per mesi, senza notarlo. Poi, una sera d’agosto, sbam. Ci siamo visti, d’un tratto. Avvicinati. E piaciuti, direi, anche. Del resto, leggiamo gli stessi cazzo di libri (ho spiato). Mangiamo gli stessi gusti di gelato. Sembravano ottime premesse. Ma i fiumi, si sa, sono pericolosi. Ti travolgono in un attimo, ma poi: dove se ne vanno? Così lui appariva e spariva, un passo avanti e tre indietro. Ti invito stasera, ma non ti dico dove. Ma io dove lo sapevo. Così sono piovuta lì, sugli argini. E dopo un po’ il fiume è esondato (sì, ok, io piovevo: ci ho messo del mio). 5 minuti in cui non si capiva più dove finiva l’acqua e cominciava la terra. Il disastro naturale più spettacolare del mondo, credimi. Ma, purtroppo, pur sempre un disastro: ho scoperto che lui ha un’altra vita (e non l’ho scoperto da lui). E ora che è sparito di nuovo, so che forse è la cosa migliore. Ma una parte di me vorrebbe che tornasse, vorrebbe provare a seguire il suo corso. Che si fa?
(Sara)

singAlove risponde

Ciao Sara.
Per risolvere il tuo problema di cuore ti verrà in soccorso nientedimeno che Patti Smith con la sua Pissing in a river. Devi prendere un po’ di tempo per te, almeno un’ora. In quei 60 minuti non devi far altro che bere, quello che vuoi: the, acqua, birra, succo di frutta, vino. Quando ti sentirai satura, prendi cellulare e cuffiette e esci di casa. Devi recarti a piedi al fiume (o qualsiasi corso d’acqua – anche una fogna va bene) più vicino a dove ti trovi. Una volta arrivata, nasconditi da occhi indescreti. Sistema le cuffiette e fai partire la canzone. A questo punto è tutta una questione di tempismo e di abbigliamento. Perché il verso che devi cantare è quel “Come come come come back come back come back come back come back” ripetuto subito dopo la prima strofa. E mentre lo declami a voce alta devi simultaneamente accovacciarti sul fiume e, sì, pisciare. Solo in questo modo, seguendo tutte le istruzioni passo dopo passo, il fiume invertirà il suo corso e tornerà da te. Tutto quello che succederà dopo non te lo so dire né io né Patti. Ma almeno puoi avere la tua occasione di capire cosa è meglio per te mentre lo guardi negli occhi. Quel fiume nel quale ora scorre anche un po’ di te.
(Sal)

LOV 159 – (THIS IS NOT) PISSING IN A RIVER – PATTI SMITH – MARIE CÉCILE



Enjoy the silence

Ciao, sono Ada (è un bel nome, vero? mi sarebbe piaciuto chiamarmi così), ho 32 anni.
Mentre ti scrivo sono accecata dal sole. Il mio terrazzino affaccia su una piccola piazza di una cittadina ligure, circondata da palazzi alti e solenni. Ma a quest’ora (le 3 di pomeriggio) il sole illumina perfettamente metà del pavimento. Stendo un telo e mi lascio cullare dai raggi. 15/20 minuti che in questa quarantena sono diventati appuntamento fisso per stare sola con me stessa. Di là sul divano c’è la mia compagna. Non abbiamo grossi problemi di convivenza. Ma mi piacerebbe che il silenzio fra noi fosse un mare calmo di complicità. Invece, ho l’impressione che cerchiamo sempre di lanciarci parole e frasi formato salvagenti, boe, braccioli, materassini per non inabissarci. Prima non me ne ero accorta: lavoriamo tantissimo nei giorni feriali e nei weekend siamo sempre circondate da amici. Ma è possibile che in 3 anni non abbiamo ancora il nostro silenzio rassicurante? Esiste una canzone in grado di insegnarci a nuotare e a galleggiare senza vocali e consonanti? Io senza mare non riesco a vivere.
(Ada)

singAlove risponde

Ciao Ada.
Eh sì, spesso ci si affanna a riempire il tempo e gli spazi di oggetti, parole – o di oggettisalvagentiparole, come dici tu – perché il silenzio sembra vuoto. E il vuoto fa paura. Per millemila motivi. Paura della noia. Paura dei pensieri che ci possono crescere dentro. Si ha paura di naufragarci, in quella vastità. Che è un po’ come quella del mare che ami. Ma, come dicono bene i Depeche Mode in Enjoy the Silence, quando uno è davvero a proprio agio, quando uno ha tutto ciò che vuole e ciò di cui ha bisogno proprio lì, tra le sue braccia, beh, sì: le parole sono inutili, perché non possono aggiungere altro. E allora, fa come il re del video, di Enjoy the silence, ma fallo insieme a lei: prendi una sdraio e, se il mare dista meno di 200 metri – come da Dpcm -, andate a sedervi lì davanti. Ci penserà il suono delle onde a riempirlo, il silenzio, senza coprirlo con vocali e consonanti. Un compromesso per iniziare, insomma. Se invece il mare fosse inaccessibile, metti un altro telo sul balcone, chiudete gli occhi e immaginatelo. Anzi, di più: GODETEVELO.
(Sal)

LOV 090 – DEPECHE MODE – ENJOY THE SILENCE – GIORGIO FINAMORE



Stanza singola

Ciao Sal,
in questi giorni di quarantena forzata sono riuscita a trovare la posizione perfetta per tutti i mobili della stanza. Una bellezza e una comoditа pazzesche! L’unico problema è che il divano letto matrimoniale non si può aprire e deve rimanere letto SINGolo(ve). Ora, in vista dell’inizio della fase 2, devo sconvolgere nuovamente tutti gli equilibri perché “ad ognuno i suoi spazi” è sempre una possibilità che fa comodo o ci dormiremo addosso e faremo all’ammmore senza scampo e senza preoccupazione alcuna come ai tempi del liceo?
(Greta)

singAlove risponde

Ciao Greta,
spero che la tua metà si trovi nella stessa regione, altrimenti – nonostante la fase 2 – purtroppo la tua rimarrà una stanza singola ancora per un po’. Il che mi riporta alla canzone che ho scelto per te, che è proprio Stanza singola di Franco126. Perché? Perché nel rievocare una storia ormai finita (come spero non accada mai alla tua!), il nostro ci ricorda di tutte quelle piccole cose – pur scomode o non esattamente salutari – di cui sono fatti i giorni d’amore. “E passavamo le giornate a mangiare sul letto / e dormivamo stesi in mezzo a briciole di Kellogg’s“. Ma, soprattutto: “E confondevo il mio respiro con il tuo, con il tuo / il mio sorriso con il tuo, con il tuo“. Vi siete mancati in questa fase 1, giusto? E allora, (con)fondetevi un po’. Al primo crampo o notte insonne, farete comunque in tempo a riposizionare i mobili e riaprire il divano, se necessario.
(Sal)


LOV 076 – (THIS IS NOT) STANZA SINGOLA – FRANCO126 – GIANLUCA GALLO

Vedi anche

Novità