Descrizione
Nothing Else Matters (6’ 29’’)
Metallica – 1991
È lo stesso James Hetfield, frontman dei Metallica e autore del brano, a pronunciarsi così circa Nothing Else Matters: una canzone vulnerabile e che chiunque può sentire sua (“vulnerable and belonging song”). Vulnerabile perché, oltre a mettere a nudo i sentimenti di chi l’ha scritta, ha rappresentato pure un grosso rischio per la band heavy metal statunitense: nel ‘91 il loro album omonimo – il quinto della loro discografia, meglio conosciuto come The Black Album – apportò una svolta più morbida nel sound tellurico che fino a quel momento aveva contraddistinto le loro canzoni, causando grande tensione tra i fan della prima ora che si accanirono soprattutto su Nothing Else Matters. Una ballad arpeggiata e cadenzata, sorretta da una melodia senza tempo struggente e malinconica. I più duri si saranno pure infastiditi, ma il brano ha avuto soprattutto il merito di sdoganare i Metallica al grande pubblico senza perdere né autenticità né cupezza. Ed ecco qui quel senso di appartenenza: basta ascoltarla anche solo una volta per sentirsela addosso. E poi l’intro arpeggiata è ormai patrimonio di chiunque si sia anche timidamente cimentato con una chitarra. Pare che Hetfield compose la canzone in hotel durante il tour pizzicando le corde con una mano sola mentre parlava al telefono con la sua fidanzata. Nostalgia, fiducia e lontananza.
Diana Blu
È una illustratrice milanese. Adora i pesci e gli animali acquatici e vorrebbe averli inventati lei. Trascorre la maggior parte del suo tempo in compagnia di un gatto grigio, disegna ogni volta che può e qualche volta anche quando non si può. Il suo sogno nel cassetto è avere sempre ventisette anni, da qualche anno ci sta riuscendo.